La parte absidale

Ammiriamo, anzitutto, la parte absidale della Basilica. A destra l’absidiola settentrionale; nel centro l’abside poligonale, divisa in tre piani: quello inferiore con oculi coassiali alle nicchie interne; quello mediano, con finestre non autentiche (dovute a un restauro stilistico della fine dell’Ottocento) corrispondenti alla galleria interna; quello di coronamento con a caratteristica loggetta. Le colonnine in cipollino del diametro di cm.20 in realtà non sopportano quasi alcun carico poichè gli architravi radiali che vi si appoggiano sono mensole di bilanciamento della tazza absidale che si scaricano sulle colonnine in granito della galleria interna della chiesa.

La parte esterna dell’abside è stata oggetto tra gli anni 2004 – 2005 di un’ imponente opera di pulitura che ha restituito l’intera parte absidale al suo antico splendore.

Ci fermiamo, poi, al portale cuspidato settentrionale, detto anche “Portale del drago”, che si trova a destra dell’abside. È eccentrico a sinistra a causa di un muro sbieco interno alla Basilica, residuo di un’interruzione della fabbrica della Basilica stessa, dovuta alla presenza di un fabbricato preesistente ad essa, e di cui essa ha inglobato un angolo. Presenta bassorilievi medioevali soggetti a diverse interpretazioni.

Una prima ipotesi asserisce che l’uomo assiso in trono è il Salvatore o il Patrono della città. Infatti il soglio rappresenterebbe la dignità e l’atto benedicente della mano destra la sacra autorità. Il personaggio in alto, sorretto per i capelli da un angelo, indicherebbe la redenzione de I anima mediante il battesimo, contrapposta alla scena dell’anima sconfitta da potere del demonio effigiata sotto con fiere selvagge.

Secondo l’ipotesi più comune, sulla sinistra, in alto, si vede un angelo che sostiene per i capelli il profeta Abacuc con il cestello dei viveri per Daniele. Sotto, un tempietto con Daniele in trono nella fossa dei leoni. A destra, uno sviluppo di vegetazione si sprigiona da un volto maschile sferico e più in basso una chimera che azzanna un drago ed è a sua volta azzannata da un altro drago. Il materiale del pannello dovette essere stato scelto in vista di un forte effetto cromatico che il tempo ha del tutto cancellato. Sulla chiave del timpano abbiamo una sirena (la cui testa è andata persa); scendendo sulla destra troviamo una figura scimmiesca femminile in atto di sollevare la veste sulle sottostanti zampe e, come fregio decorativo, un drago a testa in giù che contende un cranio ad un altro drago più piccolo; a destra un cane, uscente da uno sviluppo di vegetazione, si avventa contro una lepre. Molto difficile stabilire l’epoca di esecuzione dei pezzi, e ancor più il tempo in cui essi furono collocati al posto attuale. Generalmente si oscilla con la datazione tra la fine del secolo Xl e la metà del Xll.

Anche questa parte della basilica è stata oggetto di un’attenta opera di pulitura e restauro conservativo negli anni 2004 – 2005.

I restauri del 1965-66, in occasione della costruzione della nuova casa parrocchiale, hanno messo in luce il lato meridionale del complesso: un vero angolo gioiello. Contemplando infatti la Basilica dai giardini pubblici di via Vittorio Emanuele si ha una suggestiva veduta dell’abside meridionale che presenta il chiaro gioco architettonico esterno e una completa visione del tiburio.